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mercoledì 23 febbraio 2011

"...emozionato e felice, non so che altro dire. Ringrazio i miei difensori, Dio e la mia famiglia"

di Carla Porro

Mafioso, condannato a 10 anni e 8 mesi e amico di Bernardo Provenzano. O almeno così si pensava dello stretto legame che univa il padrino di Corleone a Giovanni Mercadante, 61 anni, radiologo con la passione per la politica, eletto all’Ars nelle fila di Forza Italia. Dopo quasi sei anni di custodia cautelare - tra carcere e arresti domiciliari - e una condanna per associazione mafiosa, la corte d’appello di Palermo - presidente Biagio Insacco – lo assolve.

Nonostante la sorpresa del pm della Dda Nino Di Matteo , l’ex deputato si è detto "emozionato e felice, non so che altro dire. Ringrazio i miei difensori, Dio e la mia famiglia». L’accusa rivolta all’ex parlamentare era quella di essere stato medico di fiducia delle cosche e punto di riferimento dei boss nel mondo della politica. Indagato già in passato, la sua posizione viene archiviata per due volte. Poi, nel 2006, la svolta nell’inchiesta.
L'ex politico azzurro fu arrestato nel 2006 al termine di un blitz antimafia denominato “Gotha” . Nel luglio 2009, dopo oltre 17 ore di camera di consiglio, i giudici della seconda sezione penale di Palermo condannarono il radiologo a 10 anni e otto mesi di carcere per associazione mafiosa. Il medico era stato accusato dai pm Nino Di Matteo e Gaetano Paci (che avevano chiesto per lui una pena detentiva di 14 anni) di essere a disposizione di Provenzano sia nell’ambito della sanità che nella politica rivestendo un ruolo apicale nel vertice di Cosa Nostra. Secondo la Procura di Palermo l’ex primario della Radiologia del Maurizio Ascoli, nonché primo cugino del consigliori di Provenzano Tommaso (Masino) Cannella, aveva messo a disposizione la sua perizia professionale per l’effettuazione di esami clinici in favore dei boss.
«L’assoluzione di Giovanni Mercadante mi riempie di gioia e lascia dentro di me tanta, tantissima amarezza: Mercadante è stato condannato a patire le pene dell’inferno, ancor prima di ricevere una vera sentenza di condanna». Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè. «Anni di carcere - aggiunge Miccichè - senza che il fatto sussistesse: non ci sono parole. Solo interrogativi e i tanti dubbi sulla giustizia di questo Paese, che ci portiamo dietro da quasi vent’anni ormai e che ancora una volta - conclude - si dimostrano assolutamente fondati».
Una storia come tante, quella di un uomo che viene deriso, rovinato nella reputazione, nella vita professionale. Per poi ritrovarsi un giorno, dopo anni di battaglie giudiziarie, innocente.Voi come la definireste questa? Noi? Malagiustizia.

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